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Terremoto: la situazione in Siria

05 marzo 2023

Padre Custode, il terremoto in Siria ha mobilitato da subito le comunità francescane presenti sul territorio per portare aiuto e supporto alla popolazione locale. Può farci il punto della situazione alla luce delle ultime notizie che ha ricevuto?

Io sono in contatto quotidianamente con tutti i frati che attualmente vivono in Siria. La situazione a Damasco è sostanzialmente tranquilla, perché la città non è stata colpita in modo forte dal terremoto: tuttavia a Damasco i nostri frati stanno ospitando gli sfollati che provengono dalle zone più martoriate e che ora trovano rifugio presso la Casanova (albergo per pellegrini, ndr) legata al Santuario della Conversione di San Paolo. La situazione ad Aleppo è certamente più grave, perché ad Aleppo la furia del terremoto si è sovrapposta alla distruzione di più di dieci anni di guerra, dando il colpo di grazia a molte strutture che erano già state devastate da mortai, bombardamenti e altro. Le persone che vengono quotidianamente assistite dai nostri frati, coordinati dal padre guardiano fr. Bahjat, sono circa quattromila, dislocate tra il Terra Santa College, che attualmente è il luogo dove viene ospitata la maggior parte degli sfollati, la parrocchia dei francescani e la struttura di Er-Ram. Anche a Latakia c’è stato un bisogno immediato di ospitare persone, accolte nelle sale parrocchiali. In tutte queste città non ci si limita a dare un tetto, ma bisogna anche cercare di provvedere al cibo: soprattutto ad Aleppo, in cui vengono distribuiti 4.000 pasti al giorno. [...]

Quello che di più mi ha colpito è lo spirito di abnegazione che i nostri frati, da subito, hanno dimostrato. Già dalle primissime ore, superato lo spavento che ha travolto anche loro, non si sono risparmiati neanche un istante e hanno incessantemente lavorato per accogliere gli sfollati, consolare chi aveva perso qualcuno, andare a visitare i dispersi nei villaggi: penso a chi abita nella Valle dell’Oronte. Hanno partecipato e continuano tutt’ora a partecipare e condividere la sofferenza e il sacrificio della gente, e al tempo stesso hanno aperto completamente le porte dei conventi. [..]

La Custodia di Terra Santa sta promuovendo una raccolta fondi per la Siria attraverso due canali, quello dell'Associazione Pro Terra Sancta e quello riconducibile all'economato della Custodia.

dal sito della Custodia (articolo completo)

Al Santuario Madonna delle Grazie - Rimini

05 febbraio 2023

La statua della Beata Vergine delle Grazie del 1286, opera del pastore Rustico, che si trova a Venezia nella chiesa di San Marziale.  Secondo un’antica tradizione, dove ora si trova il Santuario delle Grazie di Rimini, anticamente esisteva una Cappella in onore della Vergine. Il racconto, da un documento del 1500:

A Rimini viveva un pastorello chiamato da tutti Rustico perché fin dalla sua infanzia imitava i pastori della felice età d’oro, suonando lo zufolo e cantando dolcissime cantilene al suo piccolo gregge. Un giorno, verso mezzogiorno, a causa dei caldissimi raggi del sole, per trovare ristoro, andò a ripararsi all’ombra dei faggi di un boschetto che era solcato da freschissime correnti d'acque, alle quali Rustico andò per dissetarsi, lasciando indietro il gregge. A un certo punto vide un tronco di legno che sembrava avere l’apparenza di una figura femminile ed essendo devotissimo della Madre di Dio, protettrice nostra, decise di scolpire su questo tronco un’immagine della gloriosa Vergine Maria.

Con molta devozione iniziò ad intagliare l’immagine della Madonna che riuscì a finire con fatica, ad eccezione del volto,

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da Betlemme al mondo attraverso il cammino dei Magi

08 gennaio 2023

(dal sito della Custodia di Terra Santa)

L'Epifania: la festa cristiana che ricorda la prima manifestazione pubblica del Signore, con l'omaggio che gli fu reso dai tre Re Magi nella mangiatoia di Betlemme. Dopo la venuta nel mondo del Salvatore celebrata il 25 dicembre, la ricorrenza dell'Epifania prepara la festa del battesimo di Cristo che conclude, domenica 8 gennaio, il tempo di Natale. Il calendario gregoriano fa ricorrere tale festività il 6 gennaio, lo stesso giorno in cui il calendario giuliano ricorda la vigilia del Natale ortodosso. 

collegamento all'ARTICOLO COMPLETO

Pellegrinaggio: ultimo giorno in Gerusalemme e rientro

30 dicembre 2022

Ultima tappa di questo bel pellegrinaggio, Gerusalemme! Con i suoi quartieri: l'armeno, l'ebraico e il muro occidentale o cosidetto muro del pianto, l'arabo e il cristiano... il cenacolo dove si ricorda l'ultima cena di Gesù prima della passione... La via Dolorosa dove si fa memoria degli ultimi passi verso la croce del Golgota...  La Basilica Resurrectionis che unisce passione, morte e resurrezione di Gesù.

Ma anche il percorso da Betfage a Gerusalemme con Gesù a cantare "Osanna al figlio di David"... da l'edicola che ricorda l’Ascensione sulla cima del Monte degli Ulivi. L’attuale Edicola è tutto ciò che rimane di una chiesa crociata, distrutta dai musulmani, che hanno comprato il luogo nel 1198 e da allora è di proprietà del waqf islamico di Gerusalemme.... la Basilica delle Nazioni, con Gesù a vegliare prima della passione...

...e le luci di Gerusalemme, addobbata a festa per Natale. Nel tornare a casa ricordiamo quanto vissuto e da Amici della Terra Santa diventiamo testimoni della Terra di Gesù e sosteniamo le pietre vive che ancora la abitano! 

buon ritorno e grazie di cuore!!
Pace e bene!!

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Pellegrinaggio: dalla Galilea a Gerusalemme

28 dicembre 2022


Ieri ci siamo trasferiti dalla Galilea verso la Giudea per raggiungere Gerusalemme. Il nostro viaggio verso ovest ci ha portati fino al Mar Mediterraneo dove abbiamo fatto tappa al sito archeologico di Cesarea Marittima città costruita da Erode con il bel teatro, molto ben conservato, l'ippodromo e la parte crociata.

Poi verso sud per raggiungere Gerusalemme... alcune foto

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Approfondimenti

19 luglio 2020


Di tanti costruzioni a somiglianza dell'edicola di Gerusalemme che sono sparse per il mondo, raccontiamo oggi di quella che era presente a Villanova di Camposampiero di cui a ricordo è rimasta “l’antica Sagra del Santo Sepolcro”, che si tiene a fine agosto - inizio settembre… qualche mostra, o qualche immagine d'epoca, potrà far rivivere la storia di questo edificio che venne demolito nel 1957 a seguito della costruzione della nuova chiesa.

Vogliamo comunque aprire una parentesi al riguardo, così visitando il paese (magari durante la sagra!) potremo far tappa alla chiesa di San Prosdocimo oltre Brenta e alla chiesa di Murelle e far memoria di dove era situato l’edificio del Santo Sepolcro.

Un po’ di storia: Villanova trova le sue origini all'inizio del medioevo, quando cominciarono a formarsi dei piccoli insediamenti rurali raccolti attorno alle chiese più importanti, le pievi. La stessa pieve di San Prosdocimo potrebbe essere precedente all'epoca longobarda. Il paese è citato per la prima volta nel 1109, quando Matilde di Canossa restituì al vescovo di Ferrara Landolfo delle proprietà situate nel Padovano.

"Ma è con la famiglia Ruzzini che inizia la nostra storia… Il più importante della famiglia è stato senza dubbio Marco Ruzzini di Domenico, il cui figlio Carlo divenne doge nel 1732, all’età di 79 anni, coprendo la carica fino alla morte avvenuta il 5 gennaio 1736. Marco Ruzzini era stato eletto procuratore di San Marco “de supra”, la carica vitalizia della Repubblica Veneta più prestigiosa dopo quella del doge. La famiglia Ruzzini apparteneva al patriziato veneto da vecchia data (prima col cognome Reggini, in un atto dell’anno 982 e poi Ruzzini nel 1198). Come classe interna, poi, apparteneva alla terza categoria, cioè a quella delle famiglie venute da Costantinopoli dopo la quinta crociata del 1229.

Il Ruzzini che conosceremo meglio è Girolamo Ruzzini di Francesco che edificò “Il sacello del Santo Sepolcro di Nostro Signore”. Girolamo possedeva circa 43 campi a Villanova e 38 a Murelle. L'appezzamento più esteso era costituito dalla particella della Pieve di San Prosdocimo, comprendente l’attuale piazza, l’area antistante la chiesa e la canonica attuale e l’area a nord della chiesa dove sorgeva il suo palazzo oltre alla chiesa e l’oratorio del Santo Sepolcro.

Se il citato procuratore di Venezia Marco Ruzzini legò la sua storia a Villanova per Villa Ruzzini che ora è la sede municipale, Girolamo, invece, creò legami con accenti più religiosi. I Ruzzini erano amici di famiglia dei Barbarigo e i Ruzzini di Villanova lo erano in particolare di San Gregorio Barbarigo, cardinale e vescovo di Padova dal 1664 al 1679. Girolamo era stato ambasciatore di Venezia nell'oriente e, da buon cristiano, aveva visitato i luoghi santi. Tornato, volle costruire a Villanova un oratorio intitolato al “Santo Sepolcro di Nostro Signore”. Prese, perciò, accordi con il vescovo e con l’arciprete per avere in concessione un pezzetto di terreno adiacente al cimitero per poterlo costruire. Era il 1678.

Il 13 giugno 1680 il vescovo cominciò la seconda visita pastorale al vicariato di Villanova, alloggiando, come di consueto, presso la villa di Marco Ruzzini. Nei verbali allegati agli atti della visita risulta che mercoledì 19 giugno, dopo aver visitato la chiesa della SS.ma Trinità di Codiverno, il Barbarigo eseguì il sopralluogo sul posto dove doveva sorgere l’oratorio: «Ritrovandosi noi in Visita Pastorale nella Vicaria di Villanova, ed havendo visitato il sito ove il Nobil'Homo Nobile Girolamo Ruzzini Patrizio Veneto intende fabricare un Oratorio publico, sive chiesola, sotto il titolo del Santo Sepolcro di Nostro Signore…» e prosegue dicendo che il Barbarigo trovò il luogo adatto allo scopo perché non recava pregiudizio alla chiesa parrocchiale, era adiacente al cimitero, vicino alla strada e al fosso. Concedeva, perciò, a Girolamo Ruzzini l’autorizzazione a far costruire l’oratorio riservandosi la facoltà di visitarlo nuovamente e benedire e «… nel medesimo poner la prima pietra fondamentale…»

Girolamo Ruzzini non perse tempo e diede inizio immediatamente alla costruzione ed il 22 giugno 1680 si procedette alla posa della prima pietra. Girolamo Ruzzini morì nel 1684. Due anni dopo venne redatto il “Catasticho” e nella particella della Pieve di San Prosdocimo, l’oratorio del Santo Sepolcro appare chiaramente, a sud della chiesa. Della consacrazione e dell’inaugurazione dell’oratorio del Santo Sepolcro, avvenute nello stesso 1680, resta una lapide che stava sopra la porta di ingresso e che ora è conservata nella chiesa. E resta la sagra… Le “sagre” sono feste solenni per commemorare il santo patrono o la fondazione e consacrazione di una chiesa o di un altare o di una immagine sacra; durante le sagre, accanto alle manifestazioni religiose, hanno generalmente luogo la fiera, il mercato e vari festeggiamenti. Come detto, la posa della prima pietra era avvenuta con grande solennità e con grande festa, ricordata e celebrata, in seguito, ogni anno, la prima domenica di settembre, come “Festa del Santo Sepolcro”.

Le campane suonavano a festa tutti i giorni della settimana precedente la festività  ma non con il suono normale bensì “a campanon”: i campanari, cioè, andavano a suonare le campane su sulla cella campanaria, dove c’erano i telai e con delle cordicelle agganciate ai batacchi li tiravano suonando a ritmo, tirando a turno ciascun batacchio… Ne risultava una melodia dolce e allegra. Questo era “fare campanon” ed era bello sentirlo perché preannunciava la sagra. Giungevano ogni anno, poi, gli zingari con i loro carrozzoni e si mettevano dietro la chiesa. Alla domenica la seconda messa, quella “del fanciullo”, veniva celebrata dentro al Sepolcro, con le finestrelle aperte e la gente fuori, all'aperto. Dalla chiesa si portavan fuori le sedie, si sedeva e si ascoltava la messa dal piazzale tra il sepolcro, il campanile e la chiesa.

Il 14 ottobre 1956 fu inaugurata la chiesa nuova. L’oratorio del Santo Sepolcro, minuscola costruzione sovrastata dalla mole imponente della chiesa nuova, sarà demolito intorno alla metà di novembre del 1957 per liberare il sagrato e far posto alla grande folla attesa per la chiusura solenne del Congresso Eucaristico Vicariale."

(fonte per testo ed immagini: "Guida storico-artistica di Villanova di Camposampiero"  - ed. 2013)

Dalle fotografie possiamo cogliere alcune caratteristiche che emergono chiare: la costruzione rassomigliava molto all'edicola posta in Gerusalemme, nella Basilica Resurrectionis: questa misura infatti 8,30 m. di lunghezza e 5,90 m. di larghezza e altrettanti di altezza. Per l'oratorio di Villanova si possono riscontrare le misure a vista, non avendo dati precisi. Qui la facciata era contraddistinta dal frontone che sovrastava la porta di entrata e le due finestre; inoltre la parte anteriore, corrispondere alla cappella dell'Angelo di Gerusalemme (che misura m. 3,40 x 3,90), era più allungata, certamente per dar posto all'altare e ai fedeli.
Nella parte posteriore esterna erano richiamati gli ornamenti ad arco sorretti da pilastrini, il tutto sormontato da una cupoletta sopra un tetto rifinito a coppi. Piace infine immaginare che al suo interno fosse stato ricreato anche il luogo della deposizione di Gesù, magari con la stessa piccola porta alta 1,33 m.

Non resta che aspettare la prossima sagra, sperando che ci sia una mostra fotografica che racconti di più di questo edificio andato perduto.

 

 

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