Il Santo Sepolcro a Chiampo (VI)

21 giugno 2020

QUATTORDICESIMA STAZIONE – GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia. Rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò.(Mt 27,59)

Dal Cantico delle Creature
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivnete po’ skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signroe e rengraziate
e serviateli cum grande humilitate. (Cant 27-33)

Ti onoriamo, Signore nostro Gesù Cristo, perché fiducioso ti fai deporre nel cuore della terra, come il seme destinato a morire, attendendo l’opera del Padre, che sempre è germoglio di vita. alle prime luci dell’alba, ti solleverà su ali d’aquila e noi canteremo, perché sulla nostra croce quotidiana è scritto finalmente un inno di salvezza.

Il nostro peregrinare nei luoghi dove è presente una riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ci porta a Chiampo (VI). Era consuetudine con gli Amici di Terra Santa nell'incontro annuale di Pasqua, ripercorrere con Gesù la via Crucis nella proposta francescana presso il convento di Santa Maria della Pieve. Le varie opere proposte lungo il percorso aiutano alla riflessione e meditazione, fino a raggiungere, accompagnati da San Francesco, il luogo della deposizione; e poi l'incontro tra l'Angelo e le donne dopo la resurrezione dai morti, a cui idealmente assistiamo ma ci coinvolge: quell'annuncio di portare la notizia ai discepoli data alle donne è per tutti noi «È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea» (Mt 28,7) e ci sprona, come è per le donne, a correre e a portare l'annuncio!

Il Santo Sepolcro di Chiampo è contestualizzato nella Via Crucis che si snoda nel parco adiacente alla Pieve di Santa Maria. La via crucis, inaugurata nel 1989; è una delle più suggestive al mondo per l'espressività delle opere, l'ambientazione paesaggistica e il silenzio che aiuta alla meditazione. Le sculture in bronzo presenti sono state realizzate da sei diversi scultori: p. Nazareno Panzeri, Pierluigi Sopelsa, p. Tito Amodei, fr. Silvio Bottes, Renato Ischia, Franco Biasia, coordinati dall'ing. Ferruccio Zecchin che ha curato il progetto complessivo.  (collegamento a: "Via Crucis francescana" e relative opere).

La collocazione è all'interno del parco botanico che raccoglie più di 700 specie diverse di piante. Sopra il Santo Sepolcro è presente un magnifico esemplare di cedro del Libano (con questo legno fu costruito il Tempio di Salomone); avvicinandosi al Sepolcro, sembra quasi di entrare nell'orto degli ulivi come è presso la Basilica al Getsemani. Avvolto da questo suggestivo ambiente, il Santo Sepolcro è fedele riproduzione di quello di Gerusalemme, sia nella forma che nella struttura. L'opera è a cura dell'ing. Ferruccio Zecchin: è completamente rivestito in marmo come di marmo è la grande pietra rotonda posta alla chiusura del sepolcro. All'interno la prima sala è la stanza della vestizione dove venivano preparati i corpi per la sepoltura. Per tradizione è detta anche Sala dell'Angelo, perché nel giorno della resurrezione l'Angelo del Signore assiso sulla pietra ribaltata, diete il lieto annuncio alle pie donne. Tramite un'angusta porta alta m. 1,33 si entra nella stanza successiva, il luogo della sepoltura dove sulla destra si trova l'opera "Il Cristo morto", copia dell'opera realizzata dal beato fra Claudio nel 1941 dopo accurato studio della Sindone. L'originale in marmo di Carrara è nella chiesa di San Francesco a Vittorio Veneto (TV).

La chiesa di Santa Maria della Pieve sorge accanto al seminario francescano dei Frati Minori: la sua costruzione risale ancora prima dell'anno Mille ed è ricordata nei documenti sin dal 1263, ove il piccolo edificio presente venne abbattuto per costruirne uno più grande. Nel XVII secolo perduto il titolo di Parrocchia, fu eletta a speciale luogo di culto mariano. L’edificio attuale, costruito con marmi locali, è una riedificazione recente (tra il 1960 e il 1962).

A Chiampo il fulcro di tutto il grande movimento religioso-mariano è la Grotta di Lourdes, sorta per volontà dei Frati Minori di ripresentare l'ambiente e il messaggio di Lourdes. Edificata in cemento e ferro nel 1935 dal Beato Claudio Granzotto, è copia fedele di quella francese, così come la statua dell’Immacolata scolpita sempre dal Beato, che infuse nel marmo la sua profonda venerazione alla Vergine. (collegamento a "vita del beato fra Claudio Granzotto").

Pellegrinare: il Santo Sepolcro di Acquapendente (VT)

01 giugno 2020

"Nel nostro tempo, tentato in diversi modi dalla secolarizzazione, occorre che "gli alti luoghi dello spirito", costruiti lungo i secoli e spesso per iniziativa dei santi, continuino a parlare alla mente e al cuore di tutti, credenti e non credenti, perché tutti risentono dell'asfissia di una società chiusa in se stessa e talvolta disperata.
E' forse un sogno augurarci ardentemente che i santuari diventino o ridiventino altrettante case di famiglia, dove ciascuno di quelli che vi passano o vi restano possa trovare il senso della propria esistenza e il gusto della vita, dopo avervi in qualche modo sperimentato la presenza e l'amore di Dio? La vocazione tradizionale e sempre attuale di ogni santuario è quella di essere come un'antenna permanente della Buona Novella della salvezza."

Queste le parole di San Giovanni Paolo II in merito al pellegrinaggio. Se un tempo era arduo cimentarsi nel pellegrinaggio a causa delle difficoltà ambientali e logistiche, oggi lo è per motivazioni sanitarie che precludono il cammino verso i luoghi santi della vita di Gesù. Ma se è vero che i santuari di Terra Santa sono per ora lontani da essere raggiunti, possiamo riscoprirne altri anche qua in Italia, i quali ci danno la possibilità di rivivere il pellegrinaggio in Terra Santa.

Vogliamo allora raccontare con cadenza periodica alcune mete italiane vicine a noi che ci consentano di raggiungere idealmente i luoghi santi seppur rimanendo in Italia: approfondiremo i percorsi già segnalati in questo sito in merito alla piccola Gerusalemme di Verona, proposti da Verona minor Hierusalem. Ripercorreremo le mete della via Crucis di Chiampo (VI) e scopriremo altre cittadine che ricordano gli avvenimenti della passione di Gesù a Gerusalemme, come il Santo Sepolcro di Acquapendente (VT), il monastero di Vangadizza (Badia Polesine), la chiesa di San Lorenzo a Baone (PD) e la sua riproduzione del Santo Sepolcro; oltre ad alcune tappe, tra le tante, di devozione a Maria, madre di Gesù, o di particolare interesse storico artistico che rimandano ai luoghi di Terra Santa.

Non vogliono essere testi esaustivi di descrizione ma solo spunti per mettersi in cammino…

Iniziamo allora questo percorso raggiungendo una meta molto importante ed affascinante al tempo stesso, per la storia che la accompagna: il Santo Sepolcro di Acquapendente (VT)

sacello AcquapendenteIn merito ai vari “santi sepolcri” sparsi nel mondo esiste un Centro Internazionale (C.I.S.Sa.S.) di studi sul Santo Sepolcro che nel suo atto costitutivo ha quello di «promuovere gli studi storici sulle origini e la trasmissione del culto del Santo Sepolcro di Gerusalemme al di fuori della Terra Santa e la sua diffusione in ambito religioso, artistico, architettonico, senza limiti cronologici, geografici e disciplinari» (art. 3 atto costitutivo), ed organizza convegni dedicati alle varie copie presenti in Italia.

Il sacello della cattedrale di Acquapendente è, assieme a quelli di Canterbury e di Roma, la copia più antica rimasta dell’originario Santo Sepolcro gerosolimitano. Particolare attenzione desta la Cripta del Santo Sepolcro di Acquapendente: modello di cripta romanica a navate, era stato adottata nella ricostruzione della basilica nel 1149 come prezioso involucro per il sacello del X secolo, sull'esempio della cripta del Santissimo Salvatore al Monte Amiata, diffusosi nel corso del XII secolo in tutta la Tuscia.

(liberamente tratto da “L’Osservatore Romano”, 23/07/2011) “Il sacello resta ad oggi ancora un enigma, non essendo ancora chiaro quando e da chi sia stato realizzato e su imitazione di quale edificio che si è voluto rappresentare. La fondatrice è una certa Matilda che non è stata ancora contestualizzata storicamente: non possono essere né Matilde di Canossa né Matilde degli Scozzesi entrambe vissute tra il 1046 e il 1115. Le ricerche rimandano potenzialmente a Matilde, madre di Ottone I di Sassonia (Ottone il Grande) o a Matilde, sorella di Ottone II, ma in merito non è stato trovato al documento storico; l’attenzione è anche rivolta al Conte Ugo di Toscana che si prodigò in varie donazioni per costruire varie opere pie e ben sei monasteri, tra cui il monastero di Vangadizza (Badia Polesine). Cinque sono stati individuati… il sesto potrebbe essere quello di Acquapendente.

Tramite i documenti storici (Carta di Conte Ugo del 993 e in successivi documenti del XII sec.) emergono anche varie donazioni alla chiesa del Santo Sepolcro e al monastero di Santa Maria Latina, entrambi a Gerusalemme, donazioni a favore di monaci per provvedere ai bisogni dei pellegrini latini.

Il santuario, oggi, è rappresentato solo da un terzo della struttura originaria. Nella sua lunga storia il sacello ha subito numerose modifiche. Importante è quanto riporta Willibald, monaco inglese dello Hampshire poi vescovo di Eichstadt: visitò Gerusalemme tra 725 e 726, raccontando poi le sue impressioni alla suora Hugeburc, sua parente. Così descrive l’edicola a Gerusalemme: «La tomba era stata scavata nella roccia, e la roccia si leva dal terreno: alla base è quadrata, ma la sua estremità è a punta; è oggi sormontata da una croce». È una descrizione precisa che ricorda il sacello di Acquapendente… che risalga all'anno 725?cripta - Acquapendente

Le descrizioni del santo sepolcro prima del periodo delle crociate indicano un tetto conico poggiato su una struttura pentagonale con cinque colonne esterne con un’unica entrata frontale con due file di colonne.

Tra tutte le parti che il sacello ci ha lasciato in eredità, il tetto a forma piramidale è quello che fornisce più indizi sulla sua antichità. Sebbene la pianta è rettangolare (non quadrata), sembra la più antica imitazione del Santo Sepolcro in Europa. Essa potrebbe essere stata parte di una costruzione monastica del 993, ispirata dall'abate Guarino da Cuxa, e sponsorizzata dal potente e pio conte Ugo. Potrebbe tuttavia risalire a epoca precedente, ma certamente non successiva al 1009”.

Interessante risulta l’ambientazione ove è collocato il sacello. Chi è stato in pellegrinaggio in Terra Santa constaterà il richiamo delle colonne presenti al Cenacolo, una collegamento suggestivo tra gli archi dell’ultima cena e il corpo di Cristo donato all'umanità, e il Santo sepolcro, luogo ultimo di deposizione prima del messaggio Pasquale.

cenacolo - Gerusalemme