Maria Bambina

L’8 settembre si celebra la Natività della Beata Vergine Maria, festa liturgica della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa che ricorda la nascita di Maria. La fonte prima che racconta l’evento è il cosiddetto Protovangelo di Giacomo secondo il quale Maria nacque a Gerusalemme nella casa di Gioacchino ed Anna. Qui nel IV secolo venne edificata la basilica di Sant'Anna e nel giorno della sua dedicazione veniva celebrata la natività della Madre di Dio. La festa è nata dapprima in Oriente e poi è stata introdotta nella chiesa d'Occidente dal papa Sergio I.

Con Maria è venuta l’ora del Davide definitivo, della instaurazione piena del regno di Dio. Con la sua nascita inoltre prende forma il grembo perché si compia l’incarnazione del Verbo nella storia degli uomini. Maria bambina infine è anche immagine dell’umanità nuova, quella da cui il Figlio suo toglierà il cuore di pietra per donarle un cuore di carne che accolga in docilità i precetti di Dio. Onorando la natività della Madre di Dio si va al vero significato e il fine di questo evento che è l'incarnazione del Verbo.

Le origini storiche del culto della natività di Maria non sono molto conosciute; le prime tracce appartengono alla liturgia orientale. Se noi occidentali apriamo il calen­dario della Chiesa orientale greca scopriamo che l'anno li­turgico non incomincia alla fine di novembre e in avvento, ma con il 1° settembre. In tal modo la prima grande festa dell'anno nuovo dell'oriente cristiano è quella della nascita di Maria. I latini, primi fra tutti i romani, intorno al secolo VIII, presero dai greci questa festa che da Roma si diffonderà poi in tutta la Chiesa d'occidente. In Milano, il culto della natività di Maria sembra risalire al secolo X, mentre il duomo dedicato a 'Maria nascente' sa­rà consacrato il 20 ottobre 1572 da san Carlo Borromeo. Non lontano dal duomo, nella casa generalizia delle Suore di carità, in via santa Sofia, si apre un santuario dove, in una culla di bronzo dorato, è custodita un'immagine miracolosa di Maria Bambina.

 

Qual è l'origine e la vicenda del simulacro di Maria bambina?

 

Negli anni fra il 1720 e il 1730 una monaca francescana di Todi (Suor Chiara Isabella Fornari) realizzò per devozione personale alcuni graziosi simulacri in cera di Maria neonata avvolta in fasce. Una di queste effigi nel 1739 fu donata alle suore Cappuccine di Santa Maria degli Angeli in Milano. Le suore ne propagarono la devozione, che nel contesto ambrosiano trovò subito un terreno particolarmente pronto e fecondo.

Gli anni che vanno dal 1782 al 1842 segnano la sop­pressione, decretata prima dall'imperatore Giuseppe II e poi da Napoleone, delle varie congregazioni religiose. Il si­mulacro è portato da alcune suore Cappuccine presso il convento delle Agostiniane, poi dalle Canonichesse latera­nensi; sarà quindi affidato al parroco don Luigi Bosisio, perché lo trasmetta a un istituto religioso che possa man­tenerne viva la devozione.

Infine la statuetta approdò nella casa generalizia delle Suore di Carità di Lovere, congregazione religiosa fondata nel 1832 da Bartolomea Capitanio, dove divenne popolarissima, tanto che da allora fino ad oggi le suore di questa congregazione sono popolarmente chiamate "di Maria Bambina".

Nel 1884, si legge: "...erano le ore sette del 9 settembre 1884... La madre si reca nell'infermeria per la visita alle ammalate e, preso il santo simulacro, va di let­to in letto porgendolo alle suore ammalate perché lo ba­cino. Giunge alla postulante Giulia Macario, da più giorni aggra­vatissima. Questa si sforza di avvicinarsi alla Celeste Bam­bina, con parole affettuose chiede la guarigione. Subito si sente per tutto il corpo un fremito misterioso. 'Sono gua­rita!', esclama. Si alza e cammina". Da allora, il 9 settembre di ogni anno, si festeggia il 'gior­no del miracolo'.

La devo­zione popolare si estende a seguito delle numerose grazie ottenute.

Nel 1904, l'allora superiora generale, suor Angela Ghezzi, chiede ed ottiene dalla Santa Sede il permesso di incoronare il miracoloso simulacro. La cerimonia si svolge il 31 maggio dello stesso anno: il card. Ferrari, assistito da altri vescovi, mette un diadema d'oro alla piccola effigie. Il gesto è interpretato da molti, e in particolare dalle religiose, come una risposta della Vergine alla preghiera che, parecchio tempo prima, la giovane fondatrice Bartolomea Capitanio, aveva rivolto a Maria, invitandola ad "alzare dalla culla la tenera manina" e a benedire tutti.

Il 21 novembre 1942, in piena guerra, nel giorno in cui ricorre il centenario dell'ingresso del simulacro nell'istituto, papa Pio XII esorta le suore a "implorare dalla Celeste Bambina il ritorno di quella pace nella cui attesa tutto il mondo sanguina e geme" (Vaticano, 13 novembre 1942). La situazione, però, peggiora: la guerra miete vittime e causa dolore, disperazione e distruzioni. Milano, come molte altre grandi città, diventa luogo di rappresaglie e bersaglio ai numerosi bombardamenti. Si teme per la sorte del simulacro. Nel febbraio del 1943 è trasportato a Maggianico di Lecco.

Con la ricostruzione della casa che venne colpita durante i bombardamenti, il simulacro ritorna a Milano in una sede provvisoria. Il 5 ottobre 1951 è posta la prima pietra del nuovo santuario, che sarà consacrato nei giorni 20 e 21 novembre 1953 dal card. Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano.

Nella settimana dall'8 al 15 settembre 1984 viene celebrato il centenario del primo miracolo e il 4 novembre successivo papa Giovanni Paolo II, presente in Milano per la conclusione delle celebrazioni in onore di san Carlo Borro­meo, visita il santuario,
 affidando all'istituto "quella consegna" che gli viene dal cuore: "C'è un capitolo nella spiritualità mariana che sembra specialmente aperto alla vostra contemplazione: Maria Bambina. Un mistero poco cono­sciuto. Io penso che voi avete un compito grande: di approfondire questo mistero". Da quel giorno, davanti alla piccola immagine di Ma­ria, arde una lampada "pro pontifice nostro Joanne Pau­lo". La sosta di amore e di preghiera in santuario è stata per tutte le suore una nuova dolcissima grazia di Maria.

 

 

 

La chiesa di Sant'Anna è una chiesa di Gerusalemme, nel quartiere musulmano della città vecchia.

  

Venerata immagina di Sant'Anna con Maria bambina.

Essa si trova nei pressi della piscina di Bethesda (o Piscina Probatica), riportata alla luce durante scavi condotti soprattutto nel XX secolo conosciuta nel Nuovo Testamento, in quanto l’evangelista Giovanni vi ambienta il primo miracolo compiuto da Gesù a Gerusalemme, la guarigione del paralitico.

Sui resti della piscina dell’epoca di Gesù, l’imperatore Adriano, nel II secolo fece costruire nuovi bagni pubblici ed un tempio pagano. Nel V secolo i bizantini, al posto del tempio di Adriano, costruirono una basilica dedicata a Maria: infatti, secondo una tradizione, nei pressi della piscina si trovava la casa dei genitori della madre di Gesù, Anna e Gioacchino. Distrutta con l’invasione persiana del 614, i crociati, sui resti della chiesa bizantina,costruirono inizialmente una piccola chiesa e poi una più grande, leggermente defilata. L’interno è a tre navate; sui due capitelli delle colonne poste a fianco dell’altare sono scolpiti i simboli degli evangelisti Matteo e Luca. La cripta è costruita su antiche grotte, ed in una di queste è stata localizzata, fin dall’epoca crociata, il luogo della casa di Gioacchino ed Anna.

La chiesa di Sant’Anna, costruita nel 1140, è uno dei pochi e magnifici resti superstiti di edilizia sacra crociata. Con la fine del regno latino di Gerusalemme, la chiesa fu trasformata da Saladino in scuola coranica e rimase in mano mussulmana fino al 1865 quando, in seguito alla guerra di Crimea, il sultano turco Abdul Megid la donò al governo francese, assieme a tutte le adiacenze. Dal 1878 essa è gestita dai Padri Bianchi.