LA CONVIVENZA PACIFICA E’ POSSIBILE FRA POPOLI DIVERSI?

31 maggio 2021


Dagli Amici di Terra Santa di Mori (TN)

In questi giorni abbiamo vissuto la paura di un’altra escalation di odio con azioni di guerra nella terra di Gesù verso un popolo già povero di suo, quello Palestinese. Penso che abbiamo pregato tutti per la fine di questa situazione di sopruso e dell’uso delle armi. Il Papa stesso ci esorta sempre alla preghiera per la PACE.
In Terra Santa si viene a prendere viva coscienza di ciò che, in teoria si sa da sempre: Dio è la nostra casa, quel Dio che dovrebbe essere presente sempre nella nostra vita, che per la nostra salvezza discese dal cielo e si fece uomo e la motivazione principale è quella della fede; fede come attesa, ansia che muove alla ricerca.

Chiunque sia venuto in Terra Santa, in particolare in Palestina (io ci sono stata 4 volte) può toccare con mano e vedere situazioni di povertà che ti lasciano l’amaro in bocca. Nel rileggere i miei diari ho notato come un crescendo di ostilità di anno in anno verso questo paese, l’abbia portato alla povertà, non solo socio-economica, ma anche sanitaria.
Però abbiamo ammirato anche la grande dedizione dei padri francescani per questo popolo ed anche il rispetto e la stima di cui godono. Perciò doveroso è un ringraziamento perchè grazie alla loro presenza, ora anche noi possiamo visitare i Luoghi Santi.

P. Adriano Contran, ex Vice Commissario di Terra Santa del Nord-Italia, ci offre il suo contributo con queste riflessioni:
“Ci Sono ancora segni di speranza per due popoli uniti?
I Francescani da più di ottocento anni vivono in Terra Santa e custodiscono i luoghi santi e non solo, anche le pietre vive che sono i cristiani, arabi o ebrei che siano. Ancor oggi la loro presenza è segno di una possibile e pacifica convivenza. Le loro attività su questo campo sono molteplici.
Noi pellegrini abbiamo potuto visitare il centro scuola di musica il “Magnificat” che si trova dentro il convento di San Salvatore sede del Padre Custode di Terra Santa e della parrocchia: in questa scuola, aperta a tutti, è frequentata da arabi ed ebrei amanti della musica. Sappiamo tutti che la musica è un linguaggio universale e non ha colore, confine, razza o religione. La musica e il canto possono e devono unire gli animi, soprattutto in periodi difficili come quello che sta vivendo i due popoli arabo ed ebreo. Questa scuola è collegata al conservatorio di Vicenza e moltissime sono le attività che si svolgono anche in Italia e i partecipanti sono Arabi, cattolici e ortodossi, musulmani ed ebrei.
Altro segno di unità e di convivenza sono le strutture parrocchiali come le palestre. Anche lo sport è un veicolo di unità e di convivenza. Come le scuole, lo sport insegna regole comuni e il rispetto comune. Da pochi anni è nata ad Haifa (nord Galilea) un centro sportivo per i ragazzi del luogo.
Ulteriore segno di accoglienza ed umanità ci è stato offerto in questi giorni di ramadan da padre Mario Hadchit, parroco di Gerico. Davanti all’unica parrocchia francescana “il Buon Pastore” ogni sera, con dei volontari, offriva dei datteri e dell’acqua ai lavoratori musulmani che facevano ritorno alle loro case dopo una giornata di lavoro e di digiuno.
Segni come questi ce ne sono tanti e soltanto noi pellegrini abbiamo assaporato che è possibile convivere rispettandosi a vicenda.
Speriamo che i capi delle varie fazioni colgano questo esempio che è stato voluto precisamente da San Francesco quando nella sua regola non bollata esortava coloro che andavano tra i Saraceni di non creare dispute, ma di vivere rispettando tutti ed aiutando tutti. (regola non bollata 16: 42-45) FF
Questo è puro Vangelo! “

Concludo con l’augurio che per questi popoli vi sia veramente un futuro pacifico per una convivenza fraterna e civile.
A.S. Carmen – Mori