Al Santuario Madonna delle Grazie - Rimini

05 febbraio 2023

La statua della Beata Vergine delle Grazie del 1286, opera del pastore Rustico, che si trova a Venezia nella chiesa di San Marziale.  Secondo un’antica tradizione, dove ora si trova il Santuario delle Grazie di Rimini, anticamente esisteva una Cappella in onore della Vergine. Il racconto, da un documento del 1500:

A Rimini viveva un pastorello chiamato da tutti Rustico perché fin dalla sua infanzia imitava i pastori della felice età d’oro, suonando lo zufolo e cantando dolcissime cantilene al suo piccolo gregge. Un giorno, verso mezzogiorno, a causa dei caldissimi raggi del sole, per trovare ristoro, andò a ripararsi all’ombra dei faggi di un boschetto che era solcato da freschissime correnti d'acque, alle quali Rustico andò per dissetarsi, lasciando indietro il gregge. A un certo punto vide un tronco di legno che sembrava avere l’apparenza di una figura femminile ed essendo devotissimo della Madre di Dio, protettrice nostra, decise di scolpire su questo tronco un’immagine della gloriosa Vergine Maria.

Con molta devozione iniziò ad intagliare l’immagine della Madonna che riuscì a finire con fatica, ad eccezione del volto,

che essendo molto più laborioso, riservò per ultimo. Rustico s’impegnò molto nel formare il volto, ma giunta la notte il volto veniva rovinato dal diavolo, invidioso, perché sapeva che la Madonna attraverso questa immagine voleva fare molti miracoli per noi peccatori. Tuttavia, Rustico non desisteva dal suo fermo proposito e più volte rifece il volto e così pure il demonio lo rovinava.

Due fanciulli fingendosi smarriti nel bosco e vedendo con quanto desiderio Rustico si affaticasse nella prosecuzione della sua scultura, ma senza poterla finire, con parole amichevoli gli chiesero di permettere a loro di finirla. Ma Rustico con rozze maniere rispose: “Voi che siete così piccoli che quasi non sapete parlare e siete privi di ogni matura capacità di pensare, come pensate di poter finire questa immagine che io non riesco a ultimare, anche se molto più esperto di voi?” E li persuase di andarsene, proseguendo con la consueta fermezza a lavorare per ultimare la statua.

Sopraggiunta la notte la statua fu nuovamente deturpata dal diavolo. I due bellissimi Fanciulli si ripresentarono vestiti di lino bianco e si riproposero di terminare l’opera. Il pastorello imbarazzato diede ai due fanciulli i suoi utensili, così pesanti che li potevano appena sollevare. Quando Rustico vide l’immagine ultimata dai due fanciulli, rimase molto meravigliato e avvicinandosi con le migliori parole chiese chi fossero e dov’erano nati. Allora così si rivelavano: “Vogliamo rivelarti che la Regina dei Cieli avendo cara la tua semplice e buona volontà di fare la sua immagine, che il demonio per invidia rovinava, ci ha mandati in tuo soccorso. Ti ordiniamo di andare subito dal Vescovo e dal Principe di Rimini e di informarli che la Madre di Dio onnipotente vuole che la sua immagine sia portata in processione in città e messa in una navicella senza marinai, senza remi e senza vela per essere portata dove Dio vorrà.” E dette queste parole scomparvero alla sua vista. Così la statua fu collocata a bordo di una piccola barca che subito si mosse dal porto, entrando in alto mare e approdando a Venezia, alla Chiesa di San Marziale.


 


Il Santuario della Madonna delle Grazie sorge sul colle di Covignano, frazione situata a tre chilometri da Rimini.  E' un edificio francescano trecentesco, composto da due chiesette adiacenti, la più antica risalente agli inizi del XII secolo, mentre la seconda a metà del XVI secolo. All'interno il notevole soffitto ligneo decorato e l'immagine della Madonna delle Grazie, di Ottaviano Nelli. Le pareti sono affrescate e sull'altare della navata destra è esposto uno splendido crocifisso della scuola giottesca del 1300. Adiacente al santuario si trova il Museo missionario delle Grazie, mostra artistica di oggetti sacri, ceramiche e monili artigianali provenienti da Cina, Nuova Guinea, Bolivia ed Africa. Lungo il pendio della collina è di particolare interesse la via Crucis che accompagna la salita; quattro cellette sono ornate da ceramiche del riminese Elio Morri.