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Pellegrinaggio 2023: Giordania e Terra Santa

14/08/2023

E' già nel pieno delle attività il nuovo pellegrinaggio in Terra Santa. Partiamo dalla Giordania: WADI RUM e PETRA

WADI RUM: Uno degli ambienti più spettacolari del Medio Oriente! Il deserto rosso della Giordania, formato da gigantesche montagne di granito, basalto e arenaria. Abbandonando l’antica Strada dei Re, quella percorsa da Mosè, si raggiunge un paesaggio dal colore rossastro: la terra dei beduini. L'area è protetta dal 1998 e patrimonio dell’umanità Unesco dal 2011. L’area del Wadi Rum conserva infatti numerose tracce delle civiltà che l’hanno abitata, iscrizioni rupestri e iscrizioni thamudene, ovvero dei Thamud, nomadi simili ai nabatei che si spostavano dai deserti dell’Arabia tra l’VIII e il VII secolo d.C. Sono molti i film che hanno avuto Wadi Rum come scenografia, tra i più noti Lawrence d’Arabia e la terza avventura archeologica di Indiana Jones, Indiana Jones e l’ultima Crociata.

PETRA, famoso luogo di Giordania, sito archeologico patrimonio UNESCO dal 1985. E' detta la città rosa, la città nascosta, la città delle pietre... Lungo la stretta gola "al siq", lunga più di un chilometro, abbiamo costeggiato le ripide pareti rocciose di 80 metri... fino allo stagliarsi del monumento simbolo di tutta la Giordania: la celebre tomba scavata nella roccia! La facciata è alta 43 m. e larga 30 m., color rosa tenue, incuneata in un paesaggio roccioso desertico che la rende maestosa e sospesa nel tempo... Petra fu la capitale del Regno dei Nabatei fin dal VI secolo a.C.

ALCUNE FOTO!!

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Pellegrinaggio a Rimini

30 maggio 2023

Sabato 27 maggio scorso è stata riproposta, dopo un po’ di tempo, una antica tradizione di fede legata a Rimini: il pellegrinaggio dal Tempietto di Sant’Antonio al Santuario di Santa Maria delle Grazie. Vi è stata una bella partecipazione di fedeli, accompagnati anche dal Vescovo di Rimini S. Em. Nicolò Anselmi, attraverso stradine in mezzo alle case e tra la gente nel loro quotidiano.

La partenza è avvenuta dal Tempietto di Sant’Antonio da Padova che fa memoria,

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Al Santuario Madonna delle Grazie - Rimini

05 febbraio 2023

La statua della Beata Vergine delle Grazie del 1286, opera del pastore Rustico, che si trova a Venezia nella chiesa di San Marziale.  Secondo un’antica tradizione, dove ora si trova il Santuario delle Grazie di Rimini, anticamente esisteva una Cappella in onore della Vergine. Il racconto, da un documento del 1500:

A Rimini viveva un pastorello chiamato da tutti Rustico perché fin dalla sua infanzia imitava i pastori della felice età d’oro, suonando lo zufolo e cantando dolcissime cantilene al suo piccolo gregge. Un giorno, verso mezzogiorno, a causa dei caldissimi raggi del sole, per trovare ristoro, andò a ripararsi all’ombra dei faggi di un boschetto che era solcato da freschissime correnti d'acque, alle quali Rustico andò per dissetarsi, lasciando indietro il gregge. A un certo punto vide un tronco di legno che sembrava avere l’apparenza di una figura femminile ed essendo devotissimo della Madre di Dio, protettrice nostra, decise di scolpire su questo tronco un’immagine della gloriosa Vergine Maria.

Con molta devozione iniziò ad intagliare l’immagine della Madonna che riuscì a finire con fatica, ad eccezione del volto,

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da Betlemme al mondo attraverso il cammino dei Magi

08 gennaio 2023

(dal sito della Custodia di Terra Santa)

L'Epifania: la festa cristiana che ricorda la prima manifestazione pubblica del Signore, con l'omaggio che gli fu reso dai tre Re Magi nella mangiatoia di Betlemme. Dopo la venuta nel mondo del Salvatore celebrata il 25 dicembre, la ricorrenza dell'Epifania prepara la festa del battesimo di Cristo che conclude, domenica 8 gennaio, il tempo di Natale. Il calendario gregoriano fa ricorrere tale festività il 6 gennaio, lo stesso giorno in cui il calendario giuliano ricorda la vigilia del Natale ortodosso. 

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Ritrovata l'antica Betsaida?

21 agosto 2022

Ritrovata la casa natale di Pietro e Andrea? Un gruppo di archeologi israeliani e americani ha rinvenuto in un sito sulla sponda settentrionale del Mar di Galilea (oggi El-Araj) un’antica iscrizione su una decorazione pavimentale, in greco antico, di 1500 anni fa, la quale dedica una chiesa a San Pietro; è stata tradotta e interpretata come una preghiera di intercessione al “capo e comandante degli apostoli celesti”, trovando indizi secondo i quali il luogo di culto potrebbe essere stato costruito sul luogo di nascita di Pietro e quindi di Andrea. Si tratterebbe dell’antica Betsaida – “casa dei pescatori” – paese di nascita anche dell’apostolo Filippo (Gv 1,44) e luogo dove avvenne il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Lc 9,10-17) e della guarigione del cieco (Mc 8,22-26).

l mosaico è stato rinvenuto un anno fa, durante  gli  scavi  condotti presso un’antica

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Approfondimenti

01 giugno 2020

"Nel nostro tempo, tentato in diversi modi dalla secolarizzazione, occorre che "gli alti luoghi dello spirito", costruiti lungo i secoli e spesso per iniziativa dei santi, continuino a parlare alla mente e al cuore di tutti, credenti e non credenti, perché tutti risentono dell'asfissia di una società chiusa in se stessa e talvolta disperata.
E' forse un sogno augurarci ardentemente che i santuari diventino o ridiventino altrettante case di famiglia, dove ciascuno di quelli che vi passano o vi restano possa trovare il senso della propria esistenza e il gusto della vita, dopo avervi in qualche modo sperimentato la presenza e l'amore di Dio? La vocazione tradizionale e sempre attuale di ogni santuario è quella di essere come un'antenna permanente della Buona Novella della salvezza."

Queste le parole di San Giovanni Paolo II in merito al pellegrinaggio. Se un tempo era arduo cimentarsi nel pellegrinaggio a causa delle difficoltà ambientali e logistiche, oggi lo è per motivazioni sanitarie che precludono il cammino verso i luoghi santi della vita di Gesù. Ma se è vero che i santuari di Terra Santa sono per ora lontani da essere raggiunti, possiamo riscoprirne altri anche qua in Italia, i quali ci danno la possibilità di rivivere il pellegrinaggio in Terra Santa.

Vogliamo allora raccontare con cadenza periodica alcune mete italiane vicine a noi che ci consentano di raggiungere idealmente i luoghi santi seppur rimanendo in Italia: approfondiremo i percorsi già segnalati in questo sito in merito alla piccola Gerusalemme di Verona, proposti da Verona minor Hierusalem. Ripercorreremo le mete della via Crucis di Chiampo (VI) e scopriremo altre cittadine che ricordano gli avvenimenti della passione di Gesù a Gerusalemme, come il Santo Sepolcro di Acquapendente (VT), il monastero di Vangadizza (Badia Polesine), la chiesa di San Lorenzo a Baone (PD) e la sua riproduzione del Santo Sepolcro; oltre ad alcune tappe, tra le tante, di devozione a Maria, madre di Gesù, o di particolare interesse storico artistico che rimandano ai luoghi di Terra Santa.

Non vogliono essere testi esaustivi di descrizione ma solo spunti per mettersi in cammino…

Iniziamo allora questo percorso raggiungendo una meta molto importante ed affascinante al tempo stesso, per la storia che la accompagna: il Santo Sepolcro di Acquapendente (VT)

sacello AcquapendenteIn merito ai vari “santi sepolcri” sparsi nel mondo esiste un Centro Internazionale (C.I.S.Sa.S.) di studi sul Santo Sepolcro che nel suo atto costitutivo ha quello di «promuovere gli studi storici sulle origini e la trasmissione del culto del Santo Sepolcro di Gerusalemme al di fuori della Terra Santa e la sua diffusione in ambito religioso, artistico, architettonico, senza limiti cronologici, geografici e disciplinari» (art. 3 atto costitutivo), ed organizza convegni dedicati alle varie copie presenti in Italia.

Il sacello della cattedrale di Acquapendente è, assieme a quelli di Canterbury e di Roma, la copia più antica rimasta dell’originario Santo Sepolcro gerosolimitano. Particolare attenzione desta la Cripta del Santo Sepolcro di Acquapendente: modello di cripta romanica a navate, era stato adottata nella ricostruzione della basilica nel 1149 come prezioso involucro per il sacello del X secolo, sull'esempio della cripta del Santissimo Salvatore al Monte Amiata, diffusosi nel corso del XII secolo in tutta la Tuscia.

(liberamente tratto da “L’Osservatore Romano”, 23/07/2011) “Il sacello resta ad oggi ancora un enigma, non essendo ancora chiaro quando e da chi sia stato realizzato e su imitazione di quale edificio che si è voluto rappresentare. La fondatrice è una certa Matilda che non è stata ancora contestualizzata storicamente: non possono essere né Matilde di Canossa né Matilde degli Scozzesi entrambe vissute tra il 1046 e il 1115. Le ricerche rimandano potenzialmente a Matilde, madre di Ottone I di Sassonia (Ottone il Grande) o a Matilde, sorella di Ottone II, ma in merito non è stato trovato al documento storico; l’attenzione è anche rivolta al Conte Ugo di Toscana che si prodigò in varie donazioni per costruire varie opere pie e ben sei monasteri, tra cui il monastero di Vangadizza (Badia Polesine). Cinque sono stati individuati… il sesto potrebbe essere quello di Acquapendente.

Tramite i documenti storici (Carta di Conte Ugo del 993 e in successivi documenti del XII sec.) emergono anche varie donazioni alla chiesa del Santo Sepolcro e al monastero di Santa Maria Latina, entrambi a Gerusalemme, donazioni a favore di monaci per provvedere ai bisogni dei pellegrini latini.

Il santuario, oggi, è rappresentato solo da un terzo della struttura originaria. Nella sua lunga storia il sacello ha subito numerose modifiche. Importante è quanto riporta Willibald, monaco inglese dello Hampshire poi vescovo di Eichstadt: visitò Gerusalemme tra 725 e 726, raccontando poi le sue impressioni alla suora Hugeburc, sua parente. Così descrive l’edicola a Gerusalemme: «La tomba era stata scavata nella roccia, e la roccia si leva dal terreno: alla base è quadrata, ma la sua estremità è a punta; è oggi sormontata da una croce». È una descrizione precisa che ricorda il sacello di Acquapendente… che risalga all'anno 725?cripta - Acquapendente

Le descrizioni del santo sepolcro prima del periodo delle crociate indicano un tetto conico poggiato su una struttura pentagonale con cinque colonne esterne con un’unica entrata frontale con due file di colonne.

Tra tutte le parti che il sacello ci ha lasciato in eredità, il tetto a forma piramidale è quello che fornisce più indizi sulla sua antichità. Sebbene la pianta è rettangolare (non quadrata), sembra la più antica imitazione del Santo Sepolcro in Europa. Essa potrebbe essere stata parte di una costruzione monastica del 993, ispirata dall'abate Guarino da Cuxa, e sponsorizzata dal potente e pio conte Ugo. Potrebbe tuttavia risalire a epoca precedente, ma certamente non successiva al 1009”.

Interessante risulta l’ambientazione ove è collocato il sacello. Chi è stato in pellegrinaggio in Terra Santa constaterà il richiamo delle colonne presenti al Cenacolo, una collegamento suggestivo tra gli archi dell’ultima cena e il corpo di Cristo donato all'umanità, e il Santo sepolcro, luogo ultimo di deposizione prima del messaggio Pasquale.

cenacolo - Gerusalemme

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