Marghera: il 29° Congresso Amici di Terra Santa
18 settembre 2018
Si è tenuto il 16 settembre 2018 a Marghera l’annuale convegno degli Amici di Terra Santa sul tema degli “Francescani in Terra Santa: una storia lunga 800 anni.”
L’evento ha visto la numerosa presenza di quasi 60 Amici di Terra Santa, presenze storiche ma anche nuovi innesti che hanno avuto modo di conoscere la Terra di Gesù negli ultimi pellegrinaggi.
La giornata è stata introdotta da una mostra composta di 10 pannelli con tema “800 anni di presenza francescana in Terra Santa”, dal 1217 al 2017. La mostra a richiesta può essere proposta anche nelle proprie parrocchie accordandosi con p. Adriano del Vice Commissariato di Marghera. Il pannello introduttivo, con il commento del Custode di Terra Santa p. Francesco Patton, illumina gli altri pannelli che contengono testi della regola non bollota di San Francesco e una spiegazione di come questa sia stata messa in pratica in questo lungo arco temporale.
<< Come francescani, leggiamo questi 8 secoli come una manifestazione della provvidenza, della fedeltà e della bontà di Dio nei nostri confronti, perché ha scelto uno strumento semplice e povero, variopinto e talvolta anche un po’ disordinato quale siamo noi, per portare avanti qui, non la nostra ma la Sua storia, che è sempre storia di Salvezza>>.
Dopo il saluto del vice Commissario del Nord Italia p. Adriano Contran, che ha fatto gli onori di casa dando il benvenuto a tutti i presenti dal Triveneto, dal nord trentino fino a sud a Taglio di Po, da Cividale nel Friuli a Padova, portando i saluti degli Amici di Trieste e di tanti altri che non sono potuti venire, uniti comunque spiritualmente all'evento.
La parola è passata poi al Commissario del Nord Italia p. Francesco Ielpo che ha raccontato la sua particolare e toccante esperienza nei luoghi martoriati di Siria, in particolar modo Aleppo.
La testimonianza, per il contenuto e la sua incisività, merita una approfondimento a cui sarà dedicato un articolo esaustivo nella rivista ECO e ripreso poi nel sito.
Il racconto parte una domanda: “Perché sono andato in Siria.. – è l'incipit di p. Francesco – la risposta può essere trovata nel testo di Papa Francesco de Evangelii gaudium: <<A volte sentiamo la tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore. Ma Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri. […] Quando lo facciamo, la vita ci si complica sempre meravigliosamente e viviamo l’intensa esperienza di essere popolo, l’esperienza di appartenere a un popolo.>>
C’è differenza tra pregare per un luogo mantenendo una certa distanza e toccare con mano le piaghe dei sofferenti. Un pellegrinaggio in Terra Santa è un gesto di vicinanza e chi ha partecipato ha toccato con mano quelle piaghe. Gesù può guarire a distanza come fa in questo caso o con il servo del centurione; poteva guarire restando nel più alto dei cieli, ma si è voluto incarnare per toccare le piaghe dell’umanità.
Siamo partiti da Beirut attraverso Homs, con una deviazione obbligata, in quanto l’autostrada precedente è stata distrutta e si è raggiunto Aleppo, attraversando 28 check-point, territori devastati, villaggi disabitati e postazioni di guerriglieri che sostengono l’esercito siriano.
Ad Aleppo la parrocchia latina di San Francesco è ancora quasi tutta integra sebbene in alcuni punti anch’essa è stata colpita. Le attività che continua a svolgere sono molteplici: dalla distribuzione di viveri, al sostegno per pagare acqua e elettricità, sostegno agli ammalati e all’infanzia; e alla ricostruzione di cimiteri e case soprattutto.
La parrocchia è viva: 370 bambini che la frequentano! 2000 cristiani. L’essere in Siria, essere rimasti nonostante tutto è per dare speranza. Un nuovo nato viene consegnato al sacerdote con i doni dell’offertorio, è offerto a Dio e posto davanti al Tabernacolo. Si fidano di Dio e lo affidano a Lui.
Certo, c’è preoccupazione per il futuro. Questa guerra ha minato la fiducia nel prossimo. Ci si chiede, i figli in quale contesto cresceranno. Ai bambini delle famiglie che si è andati a trovare nella casa ricostruita è stato chiesto loro cosa avrebbero voluto fare da grandi: hanno risposto chi il medico come il padre o chi l’ingegnere anche lui come il padre; una bambina di 12 anni prima di scoppiare a piangere: <<da grande voglio girare dove c’è guerra e seminare speranza.>> Proprio così non portare pace ma seminare speranza!”
A seguire poi l’intervento del prof. Trabuio che ha raccontato gli albori della presenza francescana in Terra Santa. Il periodo è quello che va dal 1217 quando, nel primo capitolo tenuto ad Assisi il 14 maggio, viene stabilito che i frati devono essere missionari, in ogni angolo della terra. Viene quindi sancita l’apertura dell’Ordine al mondo intero. Vengono create porzioni di territori denominate Provincie Francescane dove i farti si recheranno. E la più importante sarà quella d’Oltremare, ossia l’attuale Terra Santa. Frate Elia partirà qualche tempo dopo per San Giovanni d’Acri. L’arco temporale si conclude nel 1342 quando con due bolle Papa Clemente VI istituisce legalmente la Custodia con successiva nomina del Custode di Terra Santa.
Sono vari i momenti salienti intercorsi in questo secolo abbondante, qui sommariamente riassunti, a cui seguirà uno specifico articolo dedicato all'intervento nella prossima rivista ECO.
24 giugno 1219: San Francesco parte anch'egli per la Provincia d’Oltremare dove incontrerà il Sultano Malek El-Kamel. Siamo nel periodo della V crociata.
1226: San Francesco muore ad Assisi e viene canonizzato due anni più tardi da Papa Gregorio IX, il 16 luglio.
1322-1327: francescani presenti nei luoghi santi. Viene definito il possesso legale di alcuni territori.
1333: Roberto d’Angiò e Sancha de Maiorca, reali di Napoli, concordano con il Sultano l’acquisto del Santo Sepolcro e del Cenacolo in modo che i francescani possano operare e officiare. L’importo non è proprio simbolico: 3 milioni in franchi d’oro… 394 milioni di euro attuali!
Il tempo tiranno non ha permesso al prof. Cavallaro di condividere in assemblea un suo pensiero sul tema della preghiera dell’Angelus, che è una preghiera dalla “nascita” incerta.
Il testo dell’intervento completo verrà condiviso con tutti gli Amici di Terra Santa in un apposito articolo.
Al termine della Santa Messa che è seguita, il prof. Cavallaro ha comunque avuto modo di presentare il può personale lavoro “Santa Maria di Terrassa, antico santuario padovano”, un libro edito da Edizioni Terra Santa che racconta la sua personale esperienza mistica alla fontana della Vergine di Nazareth raccontando quale è il legame che intercorre tra questo luogo e la chiesa di Terrassa nel padovano; crea un ponte ideale tra due case di Maria, quella dell’Annunciazione a Nazareth e quella di Terrassa nel Padovano. È un racconto di immagini che caratterizzano la chiesa di Terrassa che si lega alla Terra Santa attraverso la preghiera dell’Angelus. Copie del libro sono disponibili presso il Vice Commissariato di Marghera.
Poi tutti assieme a pranzo nell'oratorio parrocchiale dove si è potuto scambiare qualche pensiero in amicizia, partecipare all'ormai consueto evento della tombola di p. Adriano e stare assieme in compagnia fraterna.