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Il Papa nella culla mesopotamica

07 marzo 2021

Il viaggio del Papa è un ritorno nell’antica Mesopotamia, culla della civiltà dove di trovano le più antiche città conosciute, culla delle religioni monoteiste… Luogo ove si susseguirono grandi regni ma anche teatro di cruenti battaglie e lunghe guerre, fino ai giorni nostri… Najaf, città irachena circa 160 km a sud di Baghdad; è una delle città più sacre dell'Islam sciita - Ur dei Caldei, vicino a Nassirya, dove secondo la tradizione venne edificata la casa di Abramo, il patriarca che unisce i destini di Ebrei, Cristiani e Musulmani. Vi si trova ancora la Ziggurat, l’antica torre, tempio dei Sumeri: una delle più grandi al mondo - Erbil o Arbil, storicamente Arbela, è una città curda dell'Iraq, capoluogo della regione del Curdistan iracheno - Mosul, il nome che diedero gli Arabi musulmani all'antica Ninive, la capitale dell'impero assiro. Il sito di Ninive si trova sulla sponda orientale del fiume Tigri, mentre Mosul è sorta sulla sponda occidentale.

Un breve resoconto di alcuni discorsi di Papa Francesco nel suo 33° viaggio apostolico...

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I nostri piedi si fermano alle tue porte: la Porta di Giaffa.

28/02/2021

Salire a Gerusalemme rappresenta il punto d’arrivo di ogni pellegrino ebreo, cristiano o musulmano che sia, e l’emozione di giungere alle sue porte è per tutti un canto di gioia e di contemplazione. “Quale gioia, quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore. E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme! (Sal 121).

Questa grande commozione prende anche oggi ciascun pellegrino che scende dal pullman per attraversare la Porta di Giaffa (Sha’ar Yafo in ebraico), Porta dell’Amico (BabKhalil in arabo) o Porta della Torre di Davide.

Questa porta è l’unica ad essere ubicata verso ovest ed è così chiamata perché

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I 600 anni dei Commissari di Terra Santa

14 febbraio 2021

"Dal sito della Custodia"

In occasione del sesto centenario di istituzione dei Commissari di Terra Santa il 14 febbraio 1421, ad opera di papa Martino V, il Santo Padre ha inviato una lettera autografa al Custode di Terra Santa Fr. Francesco Patton per “sostenere e benedire questo servizio prezioso”. 

Articolo completo --> Lettera del Santo Padre per i 600 anni di istituzione dei Commissari di Terra Santa

Archivio fotografico dei pellegrinaggi

24 gennaio 2021

Non potendo recarci fisicamente in Terra Santa, per il momento accontentiamoci di "un salto virtuale"...  le fotografie ricordano luoghi visitati, stati d'animo vissuti, persone incontrate...

E' stata aggiornata la pagina delle fotografie dai vari pellegrinaggi con p. Adriano effettuati in questi anni... ma anche fino al 2007, con p. Aldo

Buona visione!

 

ARCHIVIO FOTO - in pellegrinaggio con p. Adriano

 

San Girolamo, asceta di Betlemme

15 novembre 2020

Ci rechiamo idealmente in Terra Santa in occasione dei 1600 anni della morte di San Girolamo, Padre della Chiesa che ha posto al centro della sua vita la Bibbia. Sono state varie le celebrazioni per ricordarlo, segno che questa figura, per quanto austera, suscita ancora molto interesse. La Bibbia l’ha tradotta nella lingua latina, l’ha commentata nelle sue opere, e soprattutto si è impegnato a viverla concretamente nella sua lunga esistenza terrena, nonostante il carattere difficile e focoso. Ed è  Betlemme che trascorse molti anni della sua vita fino alla morte il 30 settembre 419/420.

Durante l’Udienza generale del novembre 2007, Papa Benedetto XVI lo ricordava come esempio. Riportiamo un sunto del testo:

“Girolamo nacque a Stridone verso il 347 da una famiglia cristiana, che gli assicurò un’accurata formazione, inviandolo anche a Roma a perfezionare i suoi studi. Da giovane sentì l'attrattiva della vita mondana, ma prevalse in lui il desiderio e l'interesse per la religione cristiana. Ricevuto il battesimo verso il 366, si orientò alla vita ascetica e, recatosi ad Aquileia, si inserì in un gruppo di ferventi cristiani, da lui definito quasi «un coro di beati» riunito attorno al Vescovo Valeriano. Partì poi per l'Oriente e visse da eremita nel deserto di Calcide, a sud di Aleppo. Dedicandosi seriamente agli studi. Perfezionò la sua conoscenza del greco.

Nel 382 si trasferì a Roma:

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Approfondimenti

01 marzo 2022

La Basilica di Aquileia è dedicata alla Vergine e ai santi Ermacora e Fortunato: ha una storia architettonica le cui radici affondano negli anni immediatamente successivi al 313 d.C. quando, grazie all’Editto di Milano che poneva termine alle persecuzioni religiose, la comunità cristiana ebbe la possibilità di edificare liberamente il primo edificio di culto.

All'interno sono conservati bellissimi affreschi: come quelli nella "Cripta degli affreschi" dove sono raffigurate le scene della Passione di Cristo e la Morte di Maria, figure di Santi, la Madonna in trono col Bambino fra i simboli degli Evangelisti e Cristo in trono fra gli Angeli. Ancora il maestoso affresco absidale risalente all'anno 1031, quando il patriarca Popone ne decise la realizzazione. Al centro la Madonna in trono e ai lati i martiri della tradizione aquileiese: Ermacora, Fortunato ed Eufemia (le Vergini Aquileiesi), S. Marco evangelista, Ilario e Taziano.

Nella ricca zona archeologica sotterranea della "Cripta degli Scavi", sono visibili resti archeologici di quattro epoche diverse risalenti fino al I secolo A.C. dove nel livello inferiore sono presenti i mosaici di una Domus dell’età di Augusto (fine I secolo a.C. - inizi I secolo d.C.).

All’ingresso della Cripta degli Scavi è posto il Santo Sepolcro. Il monumento, del secolo XI, riproduce la chiesa dell’Anastasis (della Resurrezione), eretta a Gerusalemme sul sepolcro di Cristo; un tempo era usato per i riti della Settimana Santa. Le imitazioni del Santo Sepolcro gerosolimitano potevano essere delle chiese, dei battisteri, degli altari, delle strutture lignee “a cassa”... oppure, come nel caso di Aquileia, un sacello: a memoria del luogo più venerato dalla cristianità e dove si sarebbero ricreati, durante la liturgia pasquale, gli eventi della Passione e Resurrezione di Cristo. 

Il Sepolcro aquileiese è sintesi di due differenti edifici gerosolimitani: il Sepolcro vero e proprio, custodito all’interno dell’Edicola, e la Rotonda dell’Anastasis che la circonda. Il Santo Sepolcro aquileiese risale all’XI secolo e si ritiene sia stato commissionato dal patriarca Popone e probabilmente portato a termine dal patriarca Sigeardo. Si presenta come un sacello a pianta circolare, realizzato in marmo greco, da cui sporge un grosso muraglione che lo salda al muro della basilica, e in alto è coperto da un tetto conico sorretto da tredici colonnine (in origine dodici).

Dalla piccola porta d’ingresso si può scorgere l’interno del Sepolcro, caratterizzato da un altare sulla destra, mentre a sinistra un arcosolio sovrasta la tomba caratterizzata dalla presenza di tre incavi disposti orizzontalmente sulla lastra di copertura. L'incavo centrale è forato e quindi in comunicazione con l’interno del sarcofago... Dall’analisi dei testi liturgici aquileiesi, gli studiosi hanno concluso che nel Medioevo il Venerdì Santo l’Ostia con la Croce, avvolte in un “sudario” o porpora, venivano riposte all’interno del foro che poi veniva chiuso con un coperchio, a simboleggiare la deposizione di Cristo all’interno del Sepolcro. I due incavi laterali servivano probabilmente come “mensa” nei quali poggiare degli oggetti liturgici. Al soffitto vi sono dei ganci dove venivano appese le lanterne con candele ad illuminare questa scena Pasquale...

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