Testimoniare la misericordia di Dio

31 ottobre 2015

Sabato 24 ottobre si è tenuta a Roma presso Auditorium Antonianum l'Ottava giornata per le associazioni di Terra Santa, l'incontro annuale delle associazioni di volontariato che sostengono i progetti di Terra Santa a cui abbiamo partecipato con P. Adriano come Commissariato Triveneto di Terrasanta assieme ad un nutrito gruppo di persone da varie parti d’Italia e ad altri 7 Padri Commissari.

"Testimoniare la misericordia di Dio". Questo il tema guida della giornata e che ha permesso di far conoscere le esperienze vissute oggi in Terra Santa. Manca poco ormai all'indizione del Giubileo della Misericordia e tutti siamo chiamati a vivere e proporre la misericordia nel nostro quotidiano. Per i frati e per le Chiese locali della Custodia di Terra Santa è una sfida ancor più pressante, volta a riscoprire l'origine della propria storia per trovare un nuovo stile per annunciare la misericordia di Dio in terra islamica contro ogni fondamentalismo.

Il saluto di Giuseppe Cafulli, direttore della rivista Terrasanta, ha “dato il la” ai primi due interventi della mattinata.

- Terra Santa: i luoghi della Misericordia

Fra Alessandro Cavicchia ofm dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme ha trattato il tema "Terra Santa: il luogo dove la misericordia si è manifestata". La spianata delle moschee o spianata del Tempio e Santo sepolcro sono stati i due luoghi sui quali si è sviluppata la riflessione dei Fra Alessandro.
Il tempio come luogo dove si manifesta la gloria e la misericordia di Dio e dove idealmente Giovanni (Gv 8,1-11) colloca nel suo vangelo la scena della donna colta in fragrante adulterio. Ogni personaggio della storia ha un suo modo di porsi neI confronti del dolore morale: gli scribi e farisei accusatori, il gruppo di chi si ritiene migliore; la donna colta nel suo attimo di completa contraddizione, completamente vulnerabile e Gesù che con pochi gesti porta la novità radicale. Gesù scrive col dito per terra a simboleggiare il compimento in lui della Legge scritta da Dio con il suo dito e il parlare franco del “chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra” che mette gli stessi accusatori di fronte alle loro contraddizioni e riabilita la donna restituendole dignità e spazio per il pentimento. È la vittoria del perdono sulla condanna, della speranza sulla disperazione. Gesù trasforma un tranello in un incontro umano e umanizzante.
L’altro luogo è il santo sepolcro e il calvario: l'offerta di Gesù sulla croce è il luogo dove si è manifestata la misericordia di Dio (Gv. 19,17-37), luogo del dialogo con Maria e il discepolo e il luogo del primo dono dello Spirito anticipatore della Pentecoste.

Fra Alessandro: “Ogni volta che visitiamo i luoghi della terra santa dovremmo essere in grado di ripercorrere questo doppio itinerario: i luoghi monumentali che vediamo oggi, gli episodi accaduti e ciò che questi episodi dicono alla nostra vita. Anche noi portiamo i segni di abbattimenti e nuove ricostruzioni come le costruzioni della Terra Santa. Non siamo senza macchia o rovina ma ricostituiti dal perdono e dall'amore misericordioso. Siamo chiamati a riconoscere nella nostra storia quei prodigi di rinascita che ha compiuto la misericordia di Dio.”

- Due nuovi luoghi santi

Il secondo intervento della mattinata è stato tenuto da Elena Bolognesi delle Edizioni Terra Santa che ha presentato le figure delle due nuove sante di Terra Santa: Marie Alphonsine e Mariam Bawardi. Mons. Shomali le ha definite “due nuovi luoghi santi in Terra Santa”. La vita di queste sante sono luoghi santi che non sono antiche memorie ogni tanto da rispolverare, ma dei veri luoghi santi da visitare.

Tutte e due cresciute in Palestina, terra di Gesù, tra metà Ottocento e inizi Novecento del secolo scorso, in una società araba ancora caratterizzata da forti vincoli comportamentali soprattutto nei confronti delle donne.

Maria Alphonsine nata a Gerusalemme nel 1843, sceglie da giovanissima la via religiosa nell’ordine delle Suore di San Giuseppe. Ma la sua vita subisce un drastico cambiamento attraverso una serie di apparizioni della Vergine in persona, avvenute a Betlemme: la sua missione era di dare vita ad un nuovo ordine religioso specifico per donne arabe. Da qui inizia una vita di confronto/scontro: con se stessa, in quanto sentiva che la sua missione era nell'ordine in cui era e non aveva motivo di lasciare; con le istituzioni per ottenere le necessarie autorizzazioni; e anche con alcune sue stesse consorelle che vedono in lei una antagonista. Scelta di vita tanto convinta e ispirata che la porta ad uscire dall’ordine. In accordo e nel segreto il nuovo ordine viene fondato in via ufficiale dal suo padre spirituale e lei vi entra come semplice novizia e sempre nel segreto ricomincia un nuovo percorso. Morì a Ein Karem nel 1927. Solo dopo la sua morte verrà svelato che è lei la vera fondatrice dell’Ordine delle Suore del Rosario.

La piccola araba: Mariam Bawardi nasce in un villaggio vicino a Nazaret nel 1846, in una famiglia segnata dalla tragedia. I genitori perdono 12 figli e scelgono quindi di fare un pellegrinaggio a Betlemme. Nasce Mariam e un fratellino. A 3 anni muoiono i genitori e i fratelli vengono separati e non si rivedranno mai più. Mentre lo zio la ha destinata in sposa da piccola, lei si taglia i capelli per offrirli, per far capire qual’è la sua scelta. Ovviamente la reazione è violenta. Viene mandata a fare la domestica. Confida la sua sofferenza ad un altro domestico islamico che la vuol fare sua moglie e convertirla. Al suo rifiuto le taglia la gola con una scimitarra. Abbandonata agonizzante, Mariam si trovò accudita da una donna misteriosa che solo successivamente assocerà alla Madonna. Inizia un periodo di spostamenti: Francia, dove entra nelle Suore del Carmelo; con altre consorelle si sposta in India, dove queste muoiono lungo il tragitto e lei si trova da sola; e ancora Palestina, con il desiderio profondo di fondare un Carmelo a Betlemme. Desiderio che si concretizza nel 1875. Qualche anno dopo muore giovanissima per le conseguenze di una caduta avvenuta proprio nel cantiere per la costruzione del monastero.

 - Un listello per Cafarnao

Dopo il pranzo assieme, il pomeriggio è ripreso con l'intervento dell'arch. Enrico Pedri dell'associazione di volontariato "Un listello per Cafarnao". Ha illustrato gli interventi effettuati ed in via di realizzazione presso la grotta di Nazaret al fine di risolvere definitivamente il problema delle infiltrazioni di risalita di umidità che hanno causato nel tempo molti danni.
Ha poi spiegato il perché dell'iniziativa "Un listello per Cafarnao" che ha dato il nome all'associazione volta a portare avanti il desiderio di don Pietro recentemente scomparso, e fervente operatore per la Terra Santa. Lo scopo è valorizzare meglio il sito di Cafarnao, luogo cha ha visto una parte significativa della missione di Gesù, attraverso la costruzione di una passerella lungo le mura perimetrali al fine di poter apprezzare meglio la struttura del sito e nel contempo avere una vista sul vicino mare di Galilea. L'intervento prevede inoltre in una zona identificata la ricostruzione fedele di una casa tipica del tempo in cui ha vissuto Gesù.

- Perché restare in Siria nonostante tutto

A seguire è stato l'intervento molto toccante del Padre Jihad Youssef, monaco di Mar Musa in Siria, dello stesso ordine di Padre Dall'Oglio ancora in ostaggio e di cui non si hanno ancora notizie.

Dopo una parte iniziale in cui ha fatto vedere delle foto della zona in cui vive assieme ad altri monaci e suore, ha relazionato sulla situazione attuale bellica della Siria e sul significato di restare in questi luoghi nonostante tutto.

P. Jihad: “Come comunità abbiamo sperimentato cosa vuol dire la "prova della fede", quanto la nostra fede aiuta a sostenerci, o meglio se abbiamo veramente fede, se crediamo davvero in Dio” … “crediamo ancora si! Però ogni mattina dobbiamo decidere di credere, ogni mattina che vedevamo il sole sorgere decidavamo di continuare a credere in Dio, che non ci ha abbandonato”.

Ha poi spiegato la decisione di rimanere nonostante il pericolo vedendo negli occhi di tanti cristiani e in quelli dei mussulmani, che sono la maggioranza, la gratitudine perché siamo rimasti con loro. P. Jihad: “Parlando di noi, tutti si esprimono dicendo: i nostri monaci, le nostre suore.”

Concretamente si sono adoperati a sostegno di chi è rimasto ricostruendo 63 case nel quartiere cristiano e  anche qualche casa in quello musulmano. E nell’esperienza personale ha capito che è giusto aiutare concretamente chi vuole restare ma è altrettanto giusto aiutare chi vuole partire, di chi trova la forza di lasciare i propri ambienti,  l'infanzia, i familiari in modo che possano affrontare il viaggio in modo dignitoso e non con barconi di fortuna e verso barriere di filo spinato.

Ha concluso portando l’esempio di San Francesco dove la sua presenza in Terra Santa è stata di dialogo, volta a creare ponti. Questa è la vocazione di chi rimane: amare e pregare per il mondo mussulmano

- Alcuni progetti pro Terra Santa 

L'intervento successivo di Fra Francesco Ielpo ofm, Commissario di Terra Santa per la Lombardia, è stato incentrato ad illustrare alcuni dei tanti progetti portati avanti dall’ATS Pro Terra Sancta che opera per la Custodia a sostegno dei cristiani in medio oriente (dettagli nel link del sito: ATS Pro Terra Sancta/progetti). Fra Francesco ha preso spunto dalla moltiplicazione dei pani e dei pesci focalizzandosi su quel ragazzo: partito di buon mattino con la famiglia portandosi dietro qualcosa da mangiare per loro. Poteva tranquillamente pensare solo per se ma ha voluto condividere quel poco che con la grazia di Dio ha sfamato tanta gente.

- Le associazioni e la conclusione con il Patriarca latino di Gerusalemme

La giornata si è conclusa con uno spazio dedicato alle varie associazioni presenti che hanno così avuto modo di raccontarsi e illustrare le attività svolte o che stanno promuovendo per la Terra Santa. 
Successivamente vi è stato l'intervento di Sua Beatitudine Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme sul significato di "Testimoniare la misericordia in Terra Santa".  Nel  suo intervento il Patriarca ha lasciato questo messaggio  di  speranza: “Se abbiamo ancora un po’ di respiro e di entusiasmo è grazie alla stessa persona che duemila anni fa ha detto: “Non abbiate paura. Io sono con voi. Non siete soli, non vi lascerò soli. Coraggio!” . Il Patriarca ha poi celebrato l'Eucarestia per la Terra Santa presso la Delegazione di Terra Santa.

Alberto