Pellegrinaggio: verso la Galilea

23 marzo 2019

Ci stiamo recando al nord in Galilea e oggi siamo arrivati a Nazareth...

Durante il percorso abbiamo fatto tappa a Cana di Galilea, luogo del primo miracolo di Gesù alle nozze. Siamo poi saliti sul Monte Tabor, dove si fa memoria della Trasfigurazione di Gesù

Infine Nazareth, l'annuncio dell'Angelo: (Lc 1,30-31) «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù». 

Alcuni spunti di riflessione ed alcune foto

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Alla Fontana della Vergine - Nazareth: Dalla riflessione prof. Ivano Cavallaro sulla Preghiera dell'Angelus

"Nella primavera avanzata invece di quest’anno 2018, sono ritornato a Nazareth per uno dei miei desiderati ricordi dei 700 anni dall'approvazione pontificia (Giovanni XXII 1318 – Francesco 2018) della preghiera dell’Angelus.
Materialmente l’aveva stesa oltre un decennio prima – come proprio testamento spirituale – il francescano minore di Arezzo (deceduto nel 1309 e onorevolmente sepolto nella sua città natale all'interno della Basilica dedicata al poverello) Benedetto Sinigardi : che aveva sempre privilegiato Nazareth nel suo affetto per la Terra Santa.
La base teologica comunque di tale preghiera (sempre in ambito francescano) si rifà, oltre che ai Vangeli di Luca e di Giovanni, alla fede del confratello Giovanni Duns Scoto, deceduto appena un anno prima ed ora beato. [...]
Riflettendo a Nazareth su questa preghiera – essa mi è sembrata quasi una Sacra Rappresentazione in tre atti: da rivedere punto per punto al rallentatore.
Il primo atto è costituito dalle iniziali tre Ave, orientate – attraverso le puntuali citazioni nei Vangeli da Luca (le prime due) e da Giovanni (la terza) – non ad una devozione mariana di tipo generico, ma alla sola e vera identità di Maria: quella di essere stata la gestante di Gesù! Nella apparizione di Lourdes, l’Immacolata rivela la propria identità unicamente un 25 marzo, e non in una
data diversa da questa della sua Annunciazione. Come una sorta di suo “messaggio in bottiglia”...
Eppure il 25 marzo (molto probabilmente dell’anno 8 avanti Cristo – l’anno della morte di Orazio – visti i calcoli sbagliati del fondatore del nostro calendario Dionigi il Piccolo) non è data di poco conto, anzi… In quella data infatti Dio, per la prima volta, si rivela per quello che effettivamente è, ossia come Relazione, e – grazie a Maria – la Relazione massima possibile. [...]
Dal grande teologo francescano la Redenzione non viene esclusa, ma essa assume un valore che – nel contesto delle finalità dell’ Incarnazione – è solo “aggiuntivo”. E quale è allora il valore prioritario dell’ Incarnazione? È il fatto che, con essa, Dio si rivela come Relazione e che – in seguito, sulla Croce (come da Giovanni 19, 26-27), la Trinità non solo dice di noi stessi chi siamo, ma anche ci realizza: come una Relazione analoga alla Sua.
Il terzo atto infine è costituito dal triplice Gloria conclusivo che – a ben esaminarne in particolare il tratto finale – parla anche della nostra vita eterna. Come il saluto del Risorto alla Maddalena (vedi Giovanni 20,16) dice che la nostra stessa resurrezione sarà anzitutto una ritrovata relazionalità con le persone che ci sono state care. Nel contesto della preghiera dell’Angelus, allora, il terzo atto non si limita a parlare di una nostra generica vita eterna, senza altro specificare, ma dice esattamente in che cosa essa consiste.
Ossia nella contemplazione – constatazione di un Dio che in Maria si rivela come Relazione (atto primo) e di noi stessi resi Relazione da Lui (atto secondo).

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Monte Tabor - Basilica della Trasfigurazione: I PAVONI ED IL CALICE

Nella chiesa della Trasfigurazione sul Monte Tabor è presente una vetrata dietro l’altare, ornata da due pavoni, emblema della magnificenza e della resurrezione, che affiancano un calice (come i due angeli posti sul coperchio dell'Arca dell'Alleanza, collocata nel Tempio nel "Santo dei Santi"): la rappresentazione è di un calice e di un triangolo simboleggiante Dio racchiuso in un cerchio, emblema del pane eucaristico. La stessa immagine la rivediamo ad ogni messa quando il sacerdote, alzando il calice e l’ostia recita: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo”.
Nella stessa immagine si coglie, nell'incrocio del triangolo e del calice, la rappresentazione della stella di Davide, emblema di un popolo, di una nazione, di una religione, icona dell’Antico Testamento.
È quindi Gesù il compimento della Legge, il compimento dell’Antico Testamento. E come per i discepoli di Emmaus, anche noi lo riconosciamo “nello spezzare il pane”, nel pane eucaristico.
L’antico si compie nel nuovo! Non senza dolore e sofferenza.


Cana (1-2) -  Fontana della Vergine (3)
Basilica Trasfigurazione  monte Tabor (4-7)
Basilica Annunciazione Nazareth (9-10)

 

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